Quando sarò vecchia e finalmente il mio aspetto esteriore rispecchierà quello interiore (il mio spirito è vecchio dall'età di 16 anni), andrò in giro col bastone.
Col bastone a picchiare i bambini che mi intralciano la strada, come lo Scrooge dei tempi migliori. Mi lamenterò dei reumatismi e degli acciacchi e girerò con i miei gatti in spalla.
Perché sappiatelo, le persone migliori sono moderatamente gattofile. I cani sono troppo allegri, troppo fedeli, troppo socievoli, troppo. A meno che la vostra micio-filia non sfoci nella mici-ossessione: in quel caso la definizione esatta è "gattari".
L'essere dei "gattari" implica:
-perdita di ogni contatto con la realtà e con la doccia;
-uscita ad orari improbabili chiamando Fuffi, Macchia, Nerone, Minù, Matisse e Bizet;
-assimilazione linguaggio gatto + comportamenti gatti (incluso rigurgito di palle di pelo);
-distribuzione croccantini e acqua agli angoli dei palazzi;
-gambaletti 50 denari sotto gonne a fiori terribili;
-libertà da parrucchieri e e tinte di capelli;
-libertà da figli, vicini e umani in genere.
Insomma, una pacchia.
Attenzione però, può esserci una sola gattara per quartiere ed una alla volta...le gattare campano a lungo e la concorrenza è agguerrita: compilate bene il vostro CV.
In tutto ciò, cosa c'entra il risotto coi funghi? Niente. Mi sembrava una cosa da vecchi.
E visto che nonno mio, vecchio come ogni nonno, cantava sempre Modugno, Modugno sarà l'abbinamento musicale. Chissà se era un po' gattaro anche lui, Modugno. Beh, sicuramente lo era il suo uomo in frac, che girava di notte parlando ad un "gatto innamorato che randagio se ne va".
Vi linko il video, che è sobrio ed elegante: guardatelo che ne vale la pena.